L'anima Sussurrata
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Gli spettatori potranno immergersi nel racconto di una storia lieve, sussurrata nella notte. Niente urla, niente violenza, niente arroganza. Non si sgomita qui per affermare il proprio diritto ad esistere, tutto qui è in punta di piedi, delicato, mite. Un vero balsamo per chi si sente stritolato da questo mondo strillone e brutale.
Ma Piero Palmucci è pur sempre un toscano, e la caparbietà, per i toscani, si sa, è una prerogativa esistenziale. A casa sua non c'era spazio per scorciatoie, effetti speciali e grilli parlanti. E' stato così, nella determinazione di un diverso agire, che Piero ed Elisabeth - moglie assolutamente complice - hanno creato un solco e una storia da condividere. Nella testa, ben supportata dal sapere -questo sì senza tempo- di un uomo di vino quale Giulio Gambelli, c'era un'idea che girava attorno; parlava di purezza, rispetto, sobrietà, raffinatezza. Nella testa di Piero, un manifesto d'amore declinato fin da subito nei confronti dell'anima più pura, sussurrata, imponderabile del sangiovese. Ne è nato un volo sopra ogni apparenza e contingenza, a tentare di disegnare i confini di un vino di razza, \"antico\" e futuribile, intimo e subliminale, inimitabile e solo, fatto di degradare armonici, carezze, garbo espositivo, anima sapido-minerale, naturalezza e nudità. Il volo è ancora in atto, e una volta ancora, in quel tardo pomeriggio settembrino che tentava a fatica di scrollarsi da dosso la tempesta mattutina, ne sono stato partecipe.
Sono vini diversi e personali, fintamente anacronistici, che qualcuno vuol dipingere come alfieri integerrimi della tradizione. Fors'anche Piero. Non nego che in alcune annate abbiano peccato di essenzialità e fin troppa evoluzione a discapito di nerbo e progressione. Ma il tempo passa, le vigne si equilibrano, l'uomo impara a conoscerle, ed ecco che con maggiore regolarità quei vini ti rendono l'anima di una terra. Concetti come tradizione e innovazione allora, di fronte al rutilare dei sensi eccitati, perdono di definizione e sfumano in secondo piano. Persino la tempesta di un giorno, quel giorno, si è placata in ossequioso rispetto. Il resto è solo musica, musica per musicisti e per chi musicista non lo è.
Le interpretazioni dei due cantanti sono diverse: quella di Rascel è melodica e molto \"sussurrata\", in pieno contrasto con quella di Tony Dallara, che era elencato tra i \"cantanti urlatori\", ma sarà proprio grazie a quest'ultimo che la canzone otterrà la vittoria, anche se non esente da critiche: Rascel viene infatti accusato di plagio da Nicola Festa, veterinario e musicista, autore di un brano intitolato Angiulella a suo dire poi copiato per la canzone sanremese (la causa si concluderà poi a favore di Rascel, che scomodò addirittura Igor Stravinsky come esperto in materia). La critica da parte sua accusò il brano di restaurazione melodica secondo i più desueti canoni festivalieri, ma il successo popolare del brano è innegabile e assai duraturo nel tempo. 59ce067264
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